Emilia Freschi, la fondatrice

Emilia Freschi, la fondatrice

EMILIA FRESCHI, la nostra Fondatrice

 

Il nostro Istituto trova le sue origini agli inizi del secolo XVIII, in Udine.

Emilia Freschi

La contessa Emilia Freschi, nata a Faedis il 27 luglio 1665, fece esperienza di profonda vita cristiana nella sua famiglia e tra le terziarie domenicane, in via Cisis a Udine.

Coltivò in modo particolare il culto al Santissimo Sacramento e la devozione a Maria, Regina del Rosario.

Il suo ardore di carità e il suo zelo apostolico la resero sensibile alle situazioni di povertà e alle esigenze di evangelizzazione della città: fu così che maturò la convinzione di condurre una vita povera, semplice, improntata totalmente allo spirito evangelico, ritirata dal mondo e nello stesso tempo impegnata nella carità, in opere svolte a bene dei fratelli per i quali destinare anche tutti i beni economici.

Emilia Freschi unì a se alcune «pie donne, bramose di ritiro e di preghiera» e, acquistate nel Borgo Treppo di Udine, «due o tre casette, cominciarono una vita pressoché comune e religiosa, senza però che la loro regola interna di vita avesse forma estrinseca e superiore approvazione, e si applicavano a raccogliere fanciulle povere per istruirle in specialità nella dottrina; recitavano il santo Rosario e perciò il popolo sole a dirle: “Rosarie” o “Maestre della dottrina cristiana”».

La contessa Emilia Freschi morì il 7 settembre 1749.

Il gruppo delle Rosarie continuò 1’impegno educativo non senza difficoltà. Fu negli anni ’60 che Filippo Renati, fratello dell’Oratorio dei Filippini, chiese di unirsi a loro nella volontà di svolgere la stessa opera educativa verso i ragazzi. Sorse l’Istituto Renati, suddiviso in due parti: maschile e femminile.

Con testamento, Filippo Renati lasciò la città di Udine defi­nitivamente proprietaria dell’opera e questo portò varie difficoltà nel susseguirsi dei tempi.Istituto Renati

Le Rosarie, per la serietà della formazione impartita sul piano umano, culturale e cristiano, per il bene che facevano, godevano di grande stima presso il popolo e la loro presenza rimase costante nell’opera.

Le consorelle vivevano la fede, animata e sostenuta dall’osservanza dei consigli evangelici, dall’adorazione di Cristo Eucaristia, dalla recita quoti­diana del Rosario.

Tra loro «regnava lo spirito di Nostro Signore, che è spirito di carità»: tutto veniva condiviso per favorire l’educazione umana e sociale, la formazione cristiana delle fanciulle e delle giovani, accolte nella loro «casa di carità».

Solo agli inizi del ‘900 le Rosarie avviarono nella stessa città di Udine un’altra opera educativa: un collegio, intitolato a Mons. Luigi Paulini. Fu l’inizio del fiorire di nuove vocazioni.

Sua Eccellenza Mons. Anastasio Rossi, Arcivescovo di Udine, incoraggiò le sorelle a chiedere che la Pia Unione fosse eretta a Istituto religioso. Suor Maria Dolores Bergagna seppe vedere in questo consiglio un segno della volontà divina e si adoperò per preparare la comunità alla professione dei voti e all’accettazione delle Costituzioni.

Nata a Udine il 28 luglio 1875, Suor Maria Dolores fece i suoi studi nell’Istituto Renati, dove fu accolta come membro della comunità nel 1902.

Per la sua preparazione e per le sue doti, fu direttrice e Superiora: esemplare nella fede e nell’umiltà, nella povertà e nella semplicità, nella carità vissuta nel silenzio, nel dono di sé incondizionato verso ciascuna delle sue “figliole” cui dedicava cure e sollecitudini, energia e dolcezza, come educatrice amorosissima ma imparziale.

Fu nominata Superiora generale il 27 novembre 1924.

Ebbe la gioia di ricevere il Decreto di erezione della comunità a Istituto Religioso diocesano il 5 agosto 1925.

Madre Dolores morì il 12 maggio 1928, lasciando come preziosa eredità l’esempio di intemerata vita religiosa e come suo testamento, l’invito alla carità, alla povertà, alla semplicità, all’umiltà, alla fedeltà al Papa.

Sulle sue orme, Madre Agnese Burelli continuò il cammino che portò la Congregazione a ricevere il 29 maggio 1943 il Decreto di Lode e, il 21 novembre 1950, l’Approvazione Pontificia Definitiva.

 

Ricordo della Grazia ottenuta.

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